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Mariarosaria di Cicco

Mariarosaria di Cicco

L’agricoltura campana e del Mezzogiorno potrà “coltivare la ripresa” a patto di scommettere su qualità dei prodotti, aggregazione delle imprese e innovazione di processo e di prodotto. E la Campania, che nella programmazione comunitaria 2007/2013 ha prodotto investimenti in ricerca e innovazione in agricoltura finanziata dal Programma di sviluppo rurale per oltre 22 milioni di euro, può candidarsi a un ruolo guida in questo segmento decisivo per lo sviluppo rurale.

Il Marchio d’Area Alto Casertano è “miele” per i consumatori. Nella Sala Mediterraneo di Fiera Agricola si è tenuto il convegno, promosso dal Consorzio Nazionale Produttori Apistici, su “I prodotti di eccellenza e la promozione del territorio: il miele e le altre tipicità dell’Alto Casertano”.

Coltivare le verdure e gli ortaggi in IV gamma è sicuramente un’opportunità economica, ma significa per l’agricoltore lavorare per le aziende di confezionamento e per la Grande distribuzione organizzata: soggetti che impongono rigidi disciplinari di produzione, che determinano situazioni penalizzanti per l’agricoltore negli aspetti gestionali fitopatologici e agronomici.

Piani di accoppiamento per incrementare longevità o produttività delle bufale in lattazione, inseminazione artificiale con seme sessato per tagliare i costi, vantaggi economici del rank per le aziende iscritte al Libro Genealogico e nuove prospettive per la filiera corta: sono questi i temi emersi ieri durante il convegno “La selezione genetica e la competitività dell’azienda bufalina” tenutosi  a Pastorano  nel quadro di Fiera Agricola e organizzato dall’Associazione nazionale allevatori specie bufalina (Anasb).

Domenica, 24 Aprile 2016 13:37

Fitopatie arboree, ecco come riconoscerle

Il Cinipide del Castagno ha segnato nel 2015 una battuta di arresto in provincia di Caserta. E funziona il piano di contenimento di Aromia Bungii in provincia di Napoli, ma nei confinanti comuni della provincia di Caserta di Villa Literno e Parete aumentano i controlli del Servizio fitopatologico della Regione Campania per accertare l’eventuale presenza di questo insetto fitofago che attacca molte specie di alberi, e che fino ad ora in quattro comuni della provincia di Napoli – il comune capoluogo, Quarto, Pozzuoli e Monte di Procida - è stato rinvenuto esclusivamente su arboree del genere Prunus: albicocco, ciliegio, susino, pesco e mandorlo.

Coniugare l’utilizzo della semina su sodo con le rotazioni colturali basate sulle leguminose fa incontrare due mondi: quello di Aipas, l’Associazione italiana produttori amici del suolo, che da oltre 10 anni propugna la coltivazione dei seminativi senza aratro e con sole macchine seminatrici di precisione e Slow Food, che da sempre si batte per un cibo più sano, più pulito e più giusto e che propone il recupero della coltivazione dei legumi.

Una filiera produttiva che esce rafforzata, con il prezzo del latte stabilmente attestato sopra un euro e 40 centesimi alla stalla, anche grazie al lavoro del Mipaaf, del Dipartimento per la Qualità Alimentare e dell’Istituto zooprofilattico per il Mezzogiorno – che ne hanno implementato la tracciabilità -  e che ha prospettive interessanti in termini di creazione di nuovi prodotti, aggressione di nuovi mercati e certificazione dell’origine sulla base dello studio delle espressioni del Dna.

Disco verde della Commissione europea al programma di sviluppo rurale (PSR) della Regione Campania, che avrà a disposizione 1,84 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Di questa cifra complessiva, oltre 1,1 miliardi di euro arrivano dal bilancio Ue e 726 milioni dal cofinanziamento nazionale.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Consiglio di Amministrazione della Banca Europea degli Investimenti (BEI) ha autorizzato la concessione all’ISMEA di una prima linea di credito di 50 milioni di euro.

Quasi 7 italiani su 10 (68%) esprimono gradimento per l’agriospizio dove poter trascorrere la vecchiaia a contatto con la campagna mentre più di tre italiani su quattro (78%) vorrebbero far frequentare ai propri figli una fattoria didattica a contatto con gli animali e le piante coltivate.