Ma è l'Italia a lanciare l'allarme rischio-sopravvivenza per il comparto lattiero-caseario, oggi al confronto, promosso dall'Associazione Distribuzione Moderna, tra il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e le organizzazioni agricole, i produttori e l'industria, la grande distribuzione (Gdo). “Stiamo delineando un pacchetto di proposte operative da attuare in Europa, un Position Paper, che presenteremo giovedì alle Regioni, nella riunione al Mipaaf, per far sì che Bruxelles batta un segnale forte al Consiglio Ue di marzo” ha annunciato, il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. “Il problema della filiera lattiera - per il ministro – è a livello europeo. In questo contesto il tema della tracciabilità è una strategia irrinunciabile”. Intanto in Italia, ha detto il ministro Martina, “il tema della crisi è stato affrontato negli ultimi due anni, ben prima che a Bruxelles. Ciò non toglie che sul fronte interno discuterei dei temi dell'ammodernamento della distribuzione e su come rendere efficiente la filiera”. Ed è Coldiretti a presentare la fotografia della crisi del comparto lattiero-caseario e della zootecnia nazionale: oltre mille stalle da latte chiuse, delle quali il 60% in montagna, perché il latte agli allevatori viene pagato al di sotto dei costi di produzione, con una riduzione dei compensi fino al 30% rispetto allo scorso anno e valori inferiori a quelli di 20 anni fa. “Sul latte troppi errori” ha lamentato Mario Guidi intervenuto per Agrinsieme. “Sbagliano - ha detto il rappresentante del coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - gli attori della filiera in una guerra assurda per salvaguardare le proprie rendite, con il solo risultato di far chiudere le stalle e di penalizzare le produzioni casearie made in Italy. Ma sbaglia anche la Ue a non mettere in campo misure incisive per superare l'attuale stato di crisi”. Secondo il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi “ci troviamo in una tempesta perfetta” e, ha detto, “dobbiamo fare in modo di ricostruire marginalità per tutti. In Italia abbiamo sempre puntato sulla qualità, senza politiche di commodities. Ora il percorso di qualita' va continuato per non perdere competitività”. Per questo, “interventi di respiro strategico” sono stati richiesti da Francesco Pugliese, presidente di Adm: “la Gdo (grande distribuzione), dopo aver valorizzato i prodotti Dop e Igp, con una campagna di comunicazione che ha coinvolto migliaia di punti vendita in tutta Italia, può lavorare – ha detto Pugliese - per la promozione del latte italiano”. L’unica soluzione, per i deputati del M5S della Commissione Agricoltura della Camera è invece “regolamentare il mercato introducendo delle ‘quote camaleonte', ovvero dei limiti quantitativi modulabili in base alle oscillazioni di domanda e offerta”.