Nel 2015 il valore finale distribuito all'agricoltura all'interno della filiera è sceso dal 17 al 14 per cento. La differenza tra i prezzi pagati dal consumatore italiano e il prezzo riconosciuto agli allevatori è tra l'altro la più alta d'Europa. A fronte di una produzione nazionale di circa 110 milioni di quintali di latte, sono 85 milioni di quintali le importazioni di latte equivalente dall’estero che viene 'spacciato' come italiano per la mancanza di una etichettatura trasparente sull'origine. E' questo il risultato dell'assenza dell'indicazione chiara dell'origine del latte a lunga conservazione, ma anche di quello impiegato in yogurt, latticini e formaggi che non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, e impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionali.