Le bottiglie venivano vendute a circa 40 euro l'una ad ignari consumatori italiani, ma anche a negozi di Germania e Polonia. La vendita delle sole bottiglie rinvenute avrebbe fruttato all'organizzazione, una coppia (lui trevigiano e lei slovacca), un introito di circa 350.000 euro; importo destinato a lievitare ad oltre 1,8 milioni di euro se si considerano le decine di migliaia di etichette pronte all'uso. In tutto sono state denunciate otto persone; i sigilli sono stati posti anche ai macchinari necessari per confezionare a regola d'arte le bottiglie, così da trarre in inganno il consumatore. L'indagine è nata da un controllo in un esercizio commerciale del padovano dove i finanzieri si sono insospettiti per l' etichetta di una bottiglia di champagne priva del lotto di fabbricazione. Partendo da quel dettaglio le 'fiamme gialle', anche con appostamenti e pedinamenti, hanno scoperto poco prima di Natale un capannone in aperta campagna, al confine tra i comuni di Selvazzano e Abano Terme (Padova), adibito a laboratorio clandestino, nel quale venivano apposte etichette contraffatte di champagne su bottiglie contenenti Prosecco. Al momento del blitz, nel capannone c'erano otto persone, di cui alcune di origine Sinti, intente a confezionare e ad inscatolare le bottiglie. L'analisi del vino sequestrato, effettuata dal laboratorio chimico dell'Agenzia delle Dogane, ha accertato la genuinità del prodotto, che è stato classificato come "vino bianco spumante" con un grado alcolico di 11,62. Una volta accertata la genuinità del vino, le bottiglie sono state donate ad alcune associazioni che operano nel Veneto. Si tratta, secondo gli operatori del settore, di uno dei più ingenti sequestri di champagne con marchio contraffatto eseguiti in Europa.