Chi danneggia un settore così strategico come quello dell'olio va punito con la massima severità. È fondamentale fare chiarezza per tutelare i consumatori e le migliaia di aziende oneste che contribuiscono al successo del Made in Italy nel mondo".
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sull'operazione del Corpo Forestale dello Stato sull'olio extracomunitario venduto come italiano. Con una tecnica innovativa del riconoscimento del Dna delle molecole dell'olio, il Corpo forestale dello Stato, su delega della Dda di Bari, ha scoperto tra Brindisi e Bari una maxifrode su 7.000 tonnellate di olio spacciato come "100% italiano", ma in realtà ottenuto mediante la miscelazione di oli presumibilmente extravergini provenienti anche da Paesi extra Ue (Siria, Turchia, Marocco e Tunisia).
L'olio veniva venduto sul mercato italiano e internazionale (statunitense e giapponese) con la dicitura 100% italiano, configurando così una frode in danno al Made in Italy. Sei le persone indagate per frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. I controlli hanno interessato aziende di Fasano, Grumo Appula e Monopoli e un laboratorio di certificazione.
L'inchiesta della Dda di Bari è nata a seguito della scarsa raccolta della campagna olivicola 2014-2015, definita 'annus horribilis' per il settore oleario.